Published on ottobre 7th, 2013 | by Antonio Ciccotti
2Il PROGETTO REVERSE VENDING A NAPOLI ?
Che cos’è il Reserve Vending?
Il REVERSE VENDING è una modalità di raccolta dei rifiuti che utilizza macchine ritirano e selezionano i contenitori in vetro, plastica e alluminio a fronte di un incentivo economico rilasciato
al singolo che deposita il materiale all’interno dei dispositivi. E’ una modalità già in uso, con
successo, in diversi Paesi del Nord Europa e si cominciano a vedere alcuni esperimenti anche nel
nostro paese (Comune di Aquilonia, un distributore di benzina a Vicenza).
Questo sistema, grazie alle tecnologie utilizzate, consente di selezionare e pulire il materiale
destinato al riciclo, aspetto fondamentale per una buona riuscita del meccanismo differenziazionericiclaggio. Oggi la raccolta differenziata viene fatta attraverso una selezione del materiale ad opera
del singolo cittadino che spesso per diverse ragioni non “pulisce” adeguatamente i
materiali destinati al riciclaggio: questi vengono inseriti nei cassonetti che non sono in grado di
riconoscere se il bene da riciclare è “pulito” (ad es. se la bottiglia di plastica è priva dell’etichetta di
carta). La mancata pulizia è infatti un aspetto destinato a far fallire (o rallentare) la catena
differenziazione-riciclaggio Con il dispositivo “reverse” invece la selezione avviene
automaticamente ad opera della macchina. Garantire un siffatto materiale per il riciclaggio riduce la
percentuale di scarto e rende il prodotto finale assai appetibile in quanto direttamente utilizzabile
senza ulteriori manipolazioni.
Un sistema di incentivazione economica, quale quello offerto dal reverse vending, può portare ad un
sensibile incremento del tasso di raccolta differenziata.
Il sistema infatti, oltre a premiare il cittadino che deposita i contenitori presso le macchine di
raccolta e a cui viene rilasciato un benefit economico, permette di:
1) salvaguardare l’ambiente attraverso l’aumento delle prescritte percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti:
2) ridurre il volume dei rifiuti, incentivando il singolo cittadino a differenziare e a depositare all’interno della macchina i contenitori in vetro, plastica ed alluminio ottenendo un incentivo economico;
3) migliorare l’arredo urbano: si pensi, infatti, ai nostri centri urbani invasi da contenitori di tutti i generi, che spesso giacciono per giorni sui nostri marciapiedi o nei nostri giardini pubblici prima di essere asportati;
4) dare un piccolo sostegno alla moltitudine di persone disagiate che raccogliendo i contenitori e depositandoli presso la macchina possono ottenere una ricompensa;
5) far risparmiare denaro agli enti locali in quanto è lo stesso cittadino che porta presso la macchina il contenitore e non è l’ente che deve occuparsi del ritiro e dello stoccaggio in discarica; inoltre i rifiuti vengono automaticamente compattati dalla macchina riducendone il volume e riducendo così i costi di trasporto.
6) aumentare il volume d’affari dell’attività ove è posizionata la macchina: il sistema del REVERSE VENDING, infatti, è un vero e proprio mezzo di marketing in quanto contribuisce ad incrementare la propria clientela, che è incentivata a recarsi presso il centro ove è situata la macchina per ottenere l’incentivo sotto forma di sconto, e distingue sensibilmente l’immagine positiva dell’azienda o del
gruppo di attività commerciali.
Il sistema del REVERSE VENDING, pertanto, si propone come metodo di raccolta utilizzabile dalle pubbliche amministrazioni (scuole, uffici pubblici, mense, metropolitane, stazioni ferroviarie ecc…), dalle aziende private (centri commerciali, supermercati, stazioni di servizio, negozi, aree di parcheggio, ecc..) ed anche si potrebbe pensare ad un modello misto di partecipazione pubblico privato, permette di aumentare le percentuali di raccolta differenziata, la soddisfazione del cittadino ed il volume di ricavi del privato.
Il sistema per un corretto funzionamento ed un reale risparmio per l’amministrazione ed i cittadini deve poter contare sulla presenza sul territorio di aziende capaci di utilizzare il materiale raccolto come materia prima seconda, senza cioè ulteriori passaggi e aumenti nel costo di trasporto attraverso altri impianti di trattamento dei rifiuti. E’ necessario quindi prima effettuare una ricerca per individuare le aziende interessate al materiale raccolto e disposte a pagarlo a prezzo di mercato, nel caso del PET (la plastica delle bottiglie) il prezzo secondo la BORSA DEL RECUPERO va da 140€ a 230€ per tonnellata, nel caso delle lattine di alluminio si va addirittura dai 1000€ ai 1050€ per tonnellata. Per la raccolta del materiale è necessario il supporto da parte del consorzio locale per il trattamento dei rifiuti, per avere i regolari permessi di trasporto, andrebbe avviato uno studio per calcolare i costi di trasporto in zone non densamente popolate .
E’ un sistema di smaltimento che applicato correttamente può, grazie ad un sistema di incentivi, aiutare a mantenere sul nostro territorio, caratterizzato da piccoli insediamenti, la presenza di piccoli esercizi commerciali sostenendo l’economia locale e riportando all’interno delle comunità parte di quell’economia che oggi viene convogliata nella grande distribuzione.
Per far ciò è necessario un accordo tra le amministrazioni e i piccoli esercizi commerciali in modo che i buoni e gli sconti siano utilizzabili solo nel comune di riferimento.
Il calcolo dell’incentivo (e quindi dello sconto applicabile dagli esercizi commerciali) sarà fatto in base al guadagno netto dato dalla rivendita del materiale raccolto a cui andrà aggiunto il risparmio dell’amministrazione dovuta al minor numero di passaggi richiesti alla ditta di raccolta della plastica ed infine se questo non bastasse una piccola parte dello sconto potrebbe comunque andare a
carico dei commercianti che potrebbero essere invogliati a partecipare attraverso un ritorno di clientela o con uno sconto sulla TIA.
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