Published on agosto 26th, 2014 | by Antonio Ciccotti
0Gaiola Napoli
Posillipo come arrivare alla Gaiola
Dalla Stazione di Napoli Mergellina (Metro-linea2)
Raggiungere a piedi Piazzetta del Leone (Via Mergellina) e prendere l’Autobus 140; scendere alla fermata dell’Istituto Denza in Discesa Coroglio e procedere a piedi (vedi segnaletica stradale). Imboccare Via Tito Lucrezio Caro e dopo 300m sulla sinistra si trova Discesa Gaiola.
Percorrerla tutta fino a che non si incontra, in prossimità di una curva a gomito, un camminamento pedonale che mediante una scalinatella vi porterà al porticciolo della Gaiola.
Poco più avanti, sulla scogliera oltre la spiaggia, è posizionato il Centro Ricerca e Divulgazione del Parco Sommerso della Gaiola, con annesso il Centro accoglienza visitatori.
Dalla Stazione di Campi Flegrei (Metro-linea2)
All’uscita della Stazione di Campi Flegrei (Piazzale Tecchio) prendere l’ Autobus C1. Scendere al capolinea (Capo Posillipo) e procedere a piedi (vedi segnaletica stradale).
Imboccare Via Tito Lucrezio Caro e dopo 300m sulla sinistra si trova Discesa Gaiola. Percorrerla tutta fino a che non si incontra, in prossimità di una curva a gomito, un camminamento pedonale che mediante una scalinatella vi porterà al porticciolo della Gaiola.
Poco più avanti, sulla scogliera oltre la spiaggia, è posizionato il Centro Ricerca e Divulgazione del Parco Sommerso della Gaiola, con annesso il Centro accoglienza visitatori.
Con l’Automobile:
Uscita Fuorigrotta Tangenziale di Napoli, proseguire verso la stazione Campi Flegrei, svoltare a destra su via Diocleziano, proseguire fino all’incrocio con Via Cavalleggeri d’Aosta, imboccare Via Cavalleggeri e proseguire sempre dritto su Via Leonardi Cattolica.
Alla fine di Via Leonardi Cattolica, svoltare a sinistra e salire per Via Coroglio. Superata la rotatoria proseguire su via Coroglio e svoltare a destra su via Tito Lucrezio Caro.
Dopo trecento metri, svoltare a sinistra su Discesa Gaiola. Nel periodo estivo si consiglia di lasciare l’auto sulle strisce blu su Via Tito Lucrezio Caro e proseguire a piedi .
Il mare della Gaiola
Uno dei posti di mare più incantevoli della città di Napoli è sicuramente la spiaggia della Gaiola,piccola ma vale la pena arrivarci. Farete un po di strada per arrivarci ma una volta li avrete difronte a voi lo spettacolo del golfo di Napoli ed un mare che vi inviterà subito a farvi un tuffo.
Il “Parco Sommerso di Gaiola” prende il nome dai due isolotti che sorgono a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo, nel settore nord occidentale del Golfo di Napoli.
Con una superficie di appena 41,6 ettari, si estende dal pittoresco Borgo di Marechiaro alla suggestiva Baia di Trentaremi racchiudendo verso il largo parte del grande banco roccioso della Cavallara.
Attualmente gestito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, il Parco Sommerso di Gaiola deve la sua particolarità alla fusione tra aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici, il tutto nella cornice di un paesaggio costiero tra i più suggestivi del Golfo.
I costoni rocciosi e le alte falesie di Tufo Giallo Napoletano, rimodellate dal mare e dal vento, ammantate dai colori della macchia mediterranea, regalano ancora oggi scorci di rara bellezza che da sempre hanno incantato i popoli che qui si sono succeduti.
Proprio per l’amenità dei luoghi e la bellezza del paesaggio, infatti, a partire da I sec a.C. su questa costa si insediarono suntuose ville dell’aristocrazia romana, la più importante delle quali fu quella del Pausilypon (“luogo dove finiscono i dolori”) che, eretta da Publio Vedio Pollione e divenuta alla sua morte (15 a.C.) villa Imperiale, occupava gran parte della fascia costiera dell’attuale Parco.
Resti di ville marittime, maestose cave di tufo, approdi, ninfei e peschiere sono oggi visibili lungo la costa sopra e sotto la superficie del mare, a causa del fenomeno vulcano-tettonico di lento sollevamento e abbassamento della crosta terreste denominato “bradisismo”.
La vita marina ha poi fatto il resto. L’estrema complessità geomorfologica dei fondali e la favorevole circolazione delle correnti marine, ha infatti permesso l’insediamento in pochi ettari di mare di una ricca e variegata comunità biologica che oggi riempie di vita e colori ciò che la storia della terra e quella dell’uomo hanno creato.
Così mentre polpi, saraghi, donzelle e nuvole di “guarracini” si aggirano tra gorgonie ed antiche vestigia, una murena resta in agguato proprio tra i mattoni consumati dal tempo di un antico murenario romano…