Published on aprile 17th, 2015 | by Antonio Ciccotti
0Dove mangiare la migliore pizza fritta a Napoli
Ecco dove trovare una buona pizza fritta ,informazioni utili ,storia e la classifica delle 10 migliori e famose pizzerie dove gustare le pizze fritte di Napoli e dintorni.
La pizza fritta a Napoli nasce come alternativa alla classica pizza da forno durante il dopoguerra.
Pizza fritta napoletana storia
Famosa era la “pizza a otto”, mangiata subito ma pagata dopo otto giorni. Fu così che il napoletano inventò la “pizza fritta”. definita anche “pizza del popolo” perché venduta per le strade dalle donne, per arrotondare l’economia familiare del dopoguerra.
La pizza fritta è un’ulteriore testimonianza della creatività del popolo napoletano di fronte a periodi di crisi. Alla fine della seconda guerra mondiale la città era priva di tutto. Anche la pizza napoletana era diventata quasi un lusso: per farla ci voleva il forno a legna, e poi andava condita con la mozzarella e il pomodoro, che spesso non si trovavano, e comunque costavano. Ci voleva qualcosa di facile da fare per chi doveva venderlo, e di economico per chi doveva comprarlo, per questo viene vista come “sorella povera della pizza al forno”.
Di solito, durante la frittura, le pizze fritte si gonfiano, per cui presentano una parte interna vuota, che è ideale riempire con del companatico. Eventuali pizze fritte sottili e senza interno morbido possono essere condite con la crema cioccolato, dopo essere state eventualmente cosparse di zucchero.
Vanno mangiate molto calde.
Della pizza napoletana fritta, e del periodo del suo massimo fulgore, è rimasta comunque una testimonianza illustre nell’episodio de “L’oro di Napoli”, regia di Vittorio De Sica, in cui Giacomo Furia, venditore di pizze fritte, va all’affannosa ricerca di un anello che la moglie infedele, una stupenda Sophia Loren, finge di aver perso nell’impasto, con questo film si può rivivere la Napoli del dopoguerra.
Un momento difficile in cui anche la pizza classica napoletana era diventata un lusso: gli ingredienti costavano troppo, per cui c’era bisogno di trovare un modo meno costoso per sfamare ugualmente la popolazione. LA PIZZA FRITTA È DUNQUE L’ALTERNATIVA DEL DOPOGUERRA ALLA PIZZA DA FORNO, FARCITA CON INGREDIENTI POVERI COME RICOTTA E CICCIOLI DI MAIALE.
Visto che il condimento era quello che pesava di più sui costi, sia per chi comprava che per chi produceva, si decise di utilizzare lo stesso impasto della pizza da forno per la frittura, imbottito con ingredienti poveri: ricotta, ciccioli di maiale e pepe.
Da allora si è sviluppata una lunga tradizione sulla pizza fritta a Napoli: un tempo si preparava più spesso in casa e molte erano le donne che aprivano le porte dei propri bassi per condividere questa pietanza con il vicinato oppure venderla ai passanti. Ancora oggi, se fate un giro nei quartieri più popolari, si trova qualche massaia che la prepara: questa usanza si può considerare un vero e proprio fenomeno turistico. Ai tempi, per chi non aveva la possibilità di pagare subito la pizza fritta, nacque il metodo della pizza oggi a otto, cioè si poteva pagarla tranquillamente a otto giorni dal consumo.
Dopo la classifica delle migliori e famose pizzerie di Napoli città, vi indichiamo le 10 migliori pizzerie che realizzano la vera pizza fritta napoletana.
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Pellone (via Nazionale, 93).
La pizza fritta di questa pizzeria, come quelle al forno, straborda dal piatto. Il disco di pasta viene farcito alla maniera classica, con ricotta, pepe, provola e cicoli (ciccioli, in dialetto), con l’aggiunta di un po’ di pomodoro.
La pizza è poi ripiegata su se stessa e ben sigillata ai bordi, fino a darle la forma di un calzone.
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Starita (via Materdei, 27):
Antonio Starita è ritenuto uno dei migliori interpreti della pizza fritta a Napoli e da qualche tempo anche a New York nella sua nuova pizzeria statunitense.
L’impasto è sempre lo stesso, lievitato per molto tempo, e anche gli ingredienti sono quelli della tradizione. Dal classico si è passati alla versione moderna con gli angioletti, straccetti di pasta di pizza fritti e conditi con pomodorini e rucola o nella versione dolce col cioccolato.
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Oliva Da Concettina ai Tre Santi (via Arena alla Sanità, 7 bis):
Il giovanissimo Ciro Oliva si è affacciato da poco tempo al mondo mediatico della pizza, ma il mestiere lo svolge da quando era pressappoco adolescente. Oltre alla versione classica della pizza fritta, quest’anno ha presentato una variante, ossia un ripieno di pizza fritta con zuppa di soffritto di Chianina: un piatto che risveglia le papille più assopite.
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Pizzeria del Popolo (piazza Mercato, 44):
Questa è stata una vera e propria scoperta. Oltre alle pizze classiche nel menu viene proposta anche la classica fritta che ha un impasto non molto sottile ma dalla bella personalità. Ripieno fatto con ingredienti classici, manco a dirlo, ma se proprio si vuole azzardare una variante potrete far aggiungere un po’ di passata di pomodoro.
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Pizzeria Vomero (via Belisario Corenzio, 4/6):
Ha da poco aperto i battenti la nuova pizzeria della famiglia Acunzo (quelli della friggitoria storica per intenderci e anche dell’omonima pizzeria), ma si è fatta subito notare per la scelta di un impasto più leggero rispetto a quello realizzato precedentemente. La pizza risulta essere ben asciutta ed è proposta anche nella variante con scarole, provola, formaggio, olive e capperi.
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ÈliteCorso Umberto I°, 168, Alvignano – Ce):
Pasqualino Rossi è un vero vulcano di energia e in tutto ciò che fa ci mette passione. La mamma Rita è nota per le sue montanare, piccoli dischi di pasta fritti e conditi all’esterno con pomodori, formaggio, fior di latte (se si preferisce) e una fogliolina di basilico. Il ripieno Rossi è farcito con ricotta di bufala, salsiccia di maiale di razza casertana, provola e pepe.
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Pizzeria e Friggitoria Di Matteo (via dei Tribunali, 94):
I turisti, ma anche e soprattutto i napoletani, conoscono molto bene la pizza fritta di Di Matteo, tra quelle più storiche e conosciute, tanto da costringere uno dei membri della famiglia, Salvatore, a tenere dei veri e propri corsi su come realizzarla. Qui troverete due taglie di pizza fritta: quella più piccola, rotonda, ripiena solo di un sottile strato di ricotta, da vendere all’esterno, e il ripieno classico servito al tavolo.
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La figlia del Presidente (via del Grande Archivio, 23/24):
Ernesto Cacialli è noto per aver fatto provare la pizza fritta al presidente Bill Clinton in visita a Napoli durante il G7 nel 1994.
La figlia Maria continua la tradizione tramandatale dal padre e il suo è un ripieno fritto dalla taglia extra large. L’impasto è steso ben sottile, la pasta quasi si scioglie in bocca. Il ripieno va scelto rigorosamente classico, se si vuol rendere onore alla vera pizza fritta napoletana.
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Pizzeria De’ Figliole (via Giudecca Vecchia, 39):
Nel cuore di Forcella sorge questa pizzeria dedita solo alla preparazione della pizza fritta. Oggi ci sono gli eredi della famiglia Apetino a occuparsi della fattura e della frittura delle pizze. È una tappa obbligata per coloro che vogliono provare la classica pizza fritta avvolta nel foglio di carta assorbente giallo.
Quattro sono le proposte: la completa, ripieno classico con aggiunta di passata di pomodoro e salame; con le scarole, acciughe, olive nere e pepe; con salsiccia e friarielli e la Chicchinese che mescola le prime due farciture elencate.
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La Masardona (via Giulio Cesare Capaccio, 27):
A pochi passi dalla stazione Centrale di Napoli, c’è questa pizzeria storica che prepara anch’essa solo pizza fritta. Aperto sempre, sin dalle prime ore del mattino, il battilocchio di Enzo Piccirillo è un piacere a cui si cede volentieri anche a colazione. Ve ne renderete conto se bazzicate la zona intorno alle sette, quando clienti fissi o di passaggio si fermano per mangiare la pizza fritta di Enzo. Oltre al ripieno classico, propone le varianti con la scarola, oppure quella con melanzane, pomodorini e provola. Chi non si è mai accostato alla Masardona, non può aver detto di aver mangiato pizza fritta.
La pizza fritta da alcuni anni è diventata anche d’autore quindi, oltre alle più classiche di cui abbiamo stilato la classica, non potevamo ricordarne alcune versioni celebri come il ripieno fritto con le scarole di Franco Pepe (Pepe In Grani, vicolo San Giovanni Battista, Caiazzo); il ripieno fritto classico di Ciro Salvo, una nuvola di piacere (50 Kalò, piazza Sannazaro 201/b, Napoli); il ripieno con ingredienti dal gusto delicato e non invadente di Francesco e Salvatore Salvo (largo Arso 10, San Giorgio a Cremano); il ripieno classico realizzato a regola d’arte dalla pizzeria Da Attilio (via Pignasecca 17, Napoli) e il ripieno soffice e fragrante di Ciro Coccia della Dea Bendata (corso Umberto I 93, Pozzuoli).